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Messaggio Da Camperfree Mar 12 Lug 2011, 09:52

Polonia 2008

Diario di viaggio di Maurizio Moroni e Stefania Dantini

Per la preparazione del viaggio ci si siamo avvalsi:
di diari di viaggio vari scaricati dal sito"turismoitinerante.it";

della guida Routard "Polonia e capitali baltiche";

della guida "Polonia" del Touring Club Italiano;

della guida "Polonia – itinerari scelti" delle edizioni Vivicamper (è in realtà un diario di viaggio, ben fatto e pieno di indicazioni, ma pur sempre un itinerario e, quindi, contiene informazioni solo su alcuni luoghi);

del materiale fornitoci dall'Ufficio Polacco del Turismo a Roma (completo e molto esauriente);

del materiale reperito su vari siti Internet e sulle riviste "Bell'Europa" e "Plein Air";

del materiale tratto dalle pubblicazioni "Europa, città da scoprire" e "Regioni e mete in Europa" del Touring Club Italiano.

Equipaggio: Maurizio Moroni (61), Stefania Dantini (56)Autocaravan: Aiesistem Project 100

Periodo: 27 luglio – 26 agosto 2008

27 luglio: Partenza
Partiamo alle ore 11 direzione Nogarole Rocca (alla fabbrica Aiesistem per una piccola riparazione). Pensiamo di fermarci all’area di sosta di Mantova (vicino al cimitero), ma è chiusa per la costruzione di una rotonda e allora, consultato il Portolano di Plein Air, ci dirigiamo a Monzambano. Piacevole sorpresa: l’area comunale, gestita dalla locale associazione dei camperisti, è piacevolissima. Le piazzole delimitate hanno la luce, la TV satellitare, il collegamento WiFi (questo pagato a parte), i lavandini per il lavaggio delle stoviglie, una doccia con acqua calda, barbecue. Il tutto in mezzo ad un verde curatissimo e in un’atmosfera piacevolissima. km 565

28 luglio: Attraverso la Germania
Partiamo alle 8.30 per Nogarole Rocca. Effettuata la riparazione, decidiamo di proseguire sulla A22 per il Brennero e Dresda, invece di Tarvisio. L’autostrada Innsbruck-Salzburg è in pessime condizioni e ci sono molti lavori che restringono le corsie. La vignette (valida per 9 giorni), per i pochi kilometri fatti risulta di un costo eccessivo (€ 7,7), ma questa è la regola. Sommando anche il pedaggio per il traforo del Brennero che ha un costo di 8 € la somma è abbastanza alta. Però, in compenso le autostrade tedesche non si pagano e, tranne pochi tratti con limite a 130 km, sono senza limiti di velocità: le auto sfrecciano veloci ma senza manovre pericolose e non abbiamo affatto provato sensazione di disagio.
Ci fermiamo alle 20 circa immediatamente dopo l’imbocco dell’autostrada per Dresda all’altezza di Hof e appena prima dell’uscita di Plauen in un area di servizio con rifornimento e ristori vari tra cui Burger King dove ceniamo. Le aree di questo tipo non sono frequentissime, lo sono invece i parcheggi con WC, caratteristica che ritroveremo anche in Polonia (almeno vicino al confine). km 787

29 luglio: Entriamo in Polonia
Partiamo alle 8 dopo una notte tranquilla e silenziosa (l’autostrada non è molto trafficata neanche di giorno). Ingresso in Polonia a Gorlitz (ultimo paese in Germania). Nessun controllo (non c’erano proprio poliziotti al posto di frontiera). Da casa abbiamo percorso 1600 km di autostrade.
Subito si presentano le strade in rifacimento e con profondi solchi che però (almeno per ora) non danno poi così fastidio. Il traffico è molto intenso, visti i mezzi pesanti in circolazione e le strade a una corsia per senso di marcia (più, se va bene, una parvenza di quella d’emergenza). Però per l’A4 si vede il nuovo tracciato su cui si sta lavorando. I nostri obiettivi sono le due Chiese della Pace (chiese protestanti), di Jawor e Swidnica, inserite tra i monumenti patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, particolari nella costruzione (usata la tecnica a graticcio) e con gli interni in legno austeri anche se molto decorati. Seguiamo la direzione Breslavia (Wroclaw) (A4/E40) e all’altezza di Legnica, giriamo a destra per Jawor, lungo la 3/E65. Le coordinate del punto in cui è la chiesa sono N 51°03’16,9”/E016°11’20,2” Quota 434,4m. Per Swidnica imposto il navigatore, ma i nomi di alcuni luoghi duplicati ( ad esempio ci sono più località chiamate Debno) mi creano problemi e alla fine, allungando abbastanza passiamo per varie strade abbastanza buone, ma la sensazione è che abbiamo girato in tondo. Queste le coordinate della chiesa: N50°50’44,6”/E016°29’31,2” Quota 247,6 m. Facciamo un giro per il centro, che è lì vicino: il Rynek (la vecchia piazza del mercato) è contornata da edifici fine ottocento/primo novecento in diverso stato di manutenzione. Non ci sembra ci sia nulla di più.
Andiamo via dirigendoci verso Breslavia al campeggio consigliato dalla guida dell’ufficio del turismo polacco che è lo Stadion nella struttura dello stadio olimpico. La struttura è complessivamente fatiscente, i servizi non raggiungono neanche la decenza, l’accoglienza è fredda e burocratica, se non fosse per l’operaio che ci indica dove fare acqua e dove sistemarci. Non vale neanche il prezzo: 54,60 zl a notte, circa 17 €. Km 429

30 luglio: Breslavia (Wroclaw)
Compriamo i biglietti del tram alla reception del camping e visitiamo Breslavia. Pranziamo al Rynek, in un locale consigliato dalla Routard (niente di particolare anche se Maurizio dice che la sua bistecca con salsa di Leopoli è buona). La città si visita tranquillamente in una giornata, anche meno parcheggiando a ridosso del centro (qualche parcheggio lungo i viali si trova almeno per mezzi non eccessivamente grandi) e limitando la visita al Rynek e vie limitrofe. Molto bello il Municipio (Ratusz) e l'intera zona attorno al Rynek, interessante il "Panorama Raclavicka", gigantesca tela circolare (15x114 metri) all'interno dell'omonimo edificio (anch'esso circolare) che rievoca la vittoria nella battaglia di Raclavice contro i Russi; purtroppo la bella aula Leopoldina, all'interno dell'Università era, il mercoledì, chiusa. La particolarità di Breslavia sono i vari rami dell’Odra e vale la pena concedersi una passeggiata lungo i “bulwar” (viali) lungo il fiume (anche nella lingua polacca ci sono termini, molti, presi da lingue straniere e "polacchizzati"). Nel pomeriggio, dopo la visita al Panorama Raclavicka, un ricco gelato da “Marcello” dietro l’università (Cukierna “Marcello” ul. Wiczienna 7) e poi si torna al campeggio.

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Il Municipio di Breslavia

Abbiamo anche acquistato una cartina più particolareggiata della Polonia e soprattutto più aggiornata (2007) visti i continui lavori che modificano i tracciati e le caratteristiche delle strade.

31 luglio: Poznam e Kornik
Alle 8.30 usciamo dal campeggio direzione Poznan. E’ prevista una deviazione per Kornik. Lungo la strada (per le strade in Polonia non sai mai cosa ti aspetta: alcune sono appena rifatte, alcune le stanno rifacendo e quindi i lavori in corso rallentano enormemente l’andatura, altre hanno i famosi solchi che rischiano di farti sbandare se non procedi con prudenza) ci fermiamo ad un Tesco per un po’ di spesa. Come ormai in tutta Europa, nelle periferie delle città si trovano centri commerciali o semplici supermercati come Auchan o Tesco o Intermarchè.
Il castello di Kornik ha l’interno molto curato anche se all’esterno è un po’ malandato (ingresso 22 zl). Non abbiamo visitato l’arboretum del castello e ci siamo diretti a Poznan dove abbiamo parcheggiato in un viale alberato (N52°24’38,6”/E016°55’06,4”) oltre il quale inizia la zona vietata ai veicoli >2,5 t cioè il centro storico. Città curata, ampi viali, lo “Stari Rynek” è invaso da ristoranti e bar con strutture a gazebo semipermanenti che non fanno apprezzare le facciate restaurate delle case. Il museo militare moderno al centro della piazza stona altrettanto. Le case a sinistra del vecchio municipio (vecchie botteghe del mercato) sono restaurate con disegni geometrici e non si capisce se tali disegni sono restauri degli originali o meno. Visitiamo la chiesa dei Francescani, dall’interno barocco dipinto con colori pastello nei soffitti e rosso/azzurro l’altare.
In breve finiamo la visita e ripartiamo alla volta di Torun dove arriviamo alle 20 passate a causa dei lavori che abbiamo trovato lungo la strada. Il campeggio di Torun è abbastanza buono, con piazzole delimitate da siepi e servizi abbastanza decenti. km 395

1 agosto: Torun, Chelmno e Leba
Usciamo dal campeggio di Torun alle 9.00 e ci dirigiamo ad un parcheggio più vicino al centro storico. In realtà dal campeggio basterebbe traversare il ponte, ma è abbastanza lungo e noi preferiamo avvicinarci un po’. Il parcheggio si trova appena passato il ponte, sul Bulwar Filadelfjiski: si gira a destra e si finisce sulle rive del fiume. Parcheggiamo proprio all’ombra del ponte. Entriamo in città dalla prima porta del Bulwar Filadelfjiski. La visita di Torun dura circa 3 ore in giro per le strade della cittadina, graziosa e piena di pasticcerie che vendono i piernik torunski (dolci tipici della città, un panpepato in varie forme e gusti); noi ne abbiamo fatto scorta all’antico forno di U. Zeglarska, 25. Da Torun ci dirigiamo a Chelmno, consigliata dal TCI ma non ci è sembrato che valga una deviazione, anche perché il centro è letteralmente invaso da bancarelle (chissà, può darsi che era anche bello, se lo si fosse potuto vedere). Arrivati a Danzica, pensiamo sia meglio andare prima a Leba e così facciamo. Arriviamo al campeggio Rafael dopo le 20. Nel paese c’è un casino infernale, un affollamento da riviera romagnola a ferragosto, nonostante il tempo inclemente, ed un traffico caotico come avevamo, d'altronde, letto nei resoconti di altri camperisti (ma la realtà supera ogni previsione). Il campeggio, anche se stracolmo, ha dei buoni servizi. Visto che dichiariamo di rimanere per una sola notte, ci fanno parcheggiare davanti alla piattaforma sul fiume dove si pesca. Il posto è abbastanza umido e nella notte piove anche. km 309

2 agosto Le dune del Slowinski Park Narodowy e Kluki
Usciamo da campeggio abbastanza tardi rispetto al programma, ma il tempo e nuvoloso e quindi speriamo che si rimetta un po’. Ci dirigiamo verso le dune di Leba, ma qui scontiamo il primo errore (il secondo sarà ad Elblag) indotto dalla difficoltà di comprensione dal momento che i polacchi parlano bene il tedesco ma non l'inglese (a parte qualche giovane studente) e che Leba, come molti altri siti della Polonia centro-nord, ha un turismo quasi esclusivamente locale, per cui scarseggia di indicazioni comprensibili ai non-polacchi. Andiamo all’ingresso del parco di Leba, passiamo davanti a due enormi campeggi, poi improvvisamente la strada finisce e sulla sinistra c’è un parcheggio già abbastanza pieno. Pensiamo quindi di andare a cercare l’altro ingresso di cui abbiamo letto, ma che non sappiamo bene come si raggiunge perché nessuno lo spiega bene.
Guardiamo, quindi, bene la cartina che abbiamo comprato e vediamo una strada segnata come molto secondaria che porta a Czolpino. Da Leba torniamo indietro lungo la 214 fino a Wicko, dove prendiamo la 213 direzione Stupsk, poi ci dirigiamo verso Smoldzino e seguiamo le indicazioni per Kluki/Czolpino. Essendo le indicazioni tutte in polacco, quando incontriamo le indicazioni di due parcheggi, seguiamo quella del più vicino ed arriviamo (N 54° 42.823”/E 017°13.686’).
In realtà dall’altro parcheggio parte la strada per andare alla torre per vedere il panorama, compresa la grande duna, e il sentiero per arrivare alla duna stessa. Noi arriviamo invece alla torre passando per la spiaggia (percorso indicato ma abbastanza lungo). Questo parcheggio è invece più comodo se si vuole andare al mare che è più vicino rispetto all’altro. Tornando ci fermiamo a pranzare al bar della spiaggia dove spendiamo (per due fettine panate con patate fritte e due birre) l’equivalente di 18 euro. Qui, a differenza di Leba, c'è calma e si può gustare la natura incontaminata del luogo (ma se non pioveva?).
Tornando indietro abbiamo modo di osservare meglio che vicinissimo ai parcheggi di Czolpino, i prati delle case sono stati trasformati in piccoli campeggi, (cosa che vedremo spesso in Polonia). Al ritorno passiamo per Kluki dove visitiamo il museo etnografico (ce ne sono molti in Polonia) con le vecchie case in cui sono stati ricostruiti gli ambienti contadini (interessante). Il tempo non è in via di miglioramento quindi pensiamo di andare a Danzica ed eventualmente tornare, se il tempo migliorerà, a vedere le altre grandi dune mobili (quelle ampiamente reclamizzate in tutti i depliant turistici) che si raggiungono parcheggiando a Rabka (vicino Leba). Torniamo verso Danzica dove andiamo al campeggio di Stogi. Ci danno l’ultimo posto disponibile! Km 234

3 agosto: Danzica (Gdansk)
Visita della città di Danzica. Dal campeggio tram 8 (fa capolinea a 100 metri e serve la spiaggia di Danzica “Stogi Plaza”). Volendo visitare, oltre al centro storico, la zona dei cantieri navali (Westerplatte), ci mettiamo alla ricerca di informazioni.
L’ufficio del turismo è sulla piazza della città principale di fronte al municipio, ma non sembra fornito né di depliant tipo mappa della città con tram ed autobus per il centro né informazioni sui battelli che percorrono la darsena per il Westerplatte, ma solo di generici depliant turistici. La ragazza che ci dà le informazioni ci dice solo di andare fuori della Porta Verde, a sinistra e chiedere...
Comunque i battelli ci sono in partenza fino alle 16 e conseguente ritorno. Abbiamo pagato a/r in 2 90 zl, descrizioni in polacco e in tedesco. Più che la gita al luogo in sé, è interessante vedere l’area del cantiere navale veramente immensa e le enormi gru che si ergono sul canale, o sui moli o su piattaforme galleggianti. In città da non perdere la visita alla vecchia gru (biglietto cumulativo con il museo navale). Si possono vedere i meccanismi in legno che la rendevano funzionale, oltre che a attrezzi e ambienti dell’epoca. I dolci, soprattutto i grofy (tipo ferratelle abruzzesi che possono essere guarnite con frutta, panna, cioccolato, ... ) sono, insieme all’ambra, il genere più venduto in città. Peccato che la domenica (+ la festa di San Domenico) aveva riempito la città di turisti che, insieme alle bancarelle, rendevano difficoltoso persino camminare. Le belle facciate delle case, tra cui estremamente affascinanti quelle della via Mariacka che conservano le scale esterne, erano spesso nascoste da numerose bancarelle che vendevano oggetti d'ambra, ombrelloni di bar e ristoranti. Stefania acquista orecchini e collane di argento e ambra (belli e a prezzi ragionevoli). Tornando al campeggio siamo andati a vedere l’ampia spiaggia di Stogi.

4 agosto: Il canale di Elblag
Verso le 9 partiamo per il canale di Elblag. Con le indicazioni che abbiamo (imprecise, incomplete, datate e, spesso contraddittorie) ci dirigiamo verso Maldyty (dove c'è un imbarcadero) con la E77 che in uscita da Danzica è molto buona fino ad Elblag per peggiorare in alcuni tratti successivamente. A Maldyty nessuno ci sa dare indicazioni per l’imbarco e l’unica indicazione che c’è dirige verso uno stretto passaggio sterrato. Decidiamo allora di andare a Buczyniec dove c’è un'altro l’imbarcadero, un piccolo museo che non visitiamo, una casa che fa da campeggio (con elettricità) qualche ristoro. Qualche trasportatore locale propone gite su un paio di rampe ma non ci fidiamo e aspettiamo l'imbarcazione della compagnia ufficiale, la Zegluga. Pranziamo (53,50 zl) al ristoro del parcheggio (ottimamente e con spesa modica, come ci capiterà spesso in Polonia nei piccoli ristori annessi ai parcheggi e ingressi di siti turistici o lungo le strade). Verso le 13.30 arriva il battello (anzi i battelli, visto che sono più di uno con intervalli di 10 minuti, alcuni proseguono facendo la tratta intera, altri arrivati a Buczyniec invertono la rotta e tornano indietro) e iniziamo il percorso verso Elblag (140 zl). L'esperienza è curiosa e interessante e vale senz'altro la pena di farla; il sistema di sollevamento dei battelli è un vero capolavoro di ingegneria idraulica. Purtroppo, all'atto dell'imbarco abbiamo saputo, dal Capitano del battello, che non ci sarebbe stato servizio bus per il ritorno (come invece era scritto in un articolo di Plen Air del 1997); pertanto lo stesso Capitano ha provveduto a telefonare ad un taxi, che, infatti, abbiamo trovato ad attenderci allo sbarco a Elblag, per ritornare a Buczyniec e riprendere il camper (120 zl).

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Canale di Elblag

Il tratto completo va da Elblag ad Ostroda (e viceversa). Dura 11 ore circa ma è troppo lungo e abbastanza monotono. Visto che la parte più interessante è quella da Elblag a Buczyniec, quella con le rampe (ed il lago) immortalata in tutti i depliant, consigliamo (per non fare il nostro errore) di lasciare il camper ad Elblag (magari al campeggio) e:
1) prendere il traghetto che parte alle 8 da Elblag e arriva alle 13 a Buczyniec. Da lì si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, visto che non siamo riusciti ad avere informazioni più precise neppure alla sede della Zegluga a Elblag!) tornare a Elblag con il bus della compagnia (quello lo abbiamo visto a Buczyniec poco prima della nostra partenza), oppure:
2) andare a Buczyniec con il bus della compagnia (quello che va a riprendere chi è partito alle 8 e che dovrebbe presumibilmente partire da Elblag verso le 12) e fare il percorso inverso, partendo da Buczyniec alle 13,30 verso Elblag dove si arriva verso le 18-18.30.
Ad Elblag c’è un comodo piccolo campeggio, il Camping “61” lungo il fiume a 300 metri dall’imbarcadero con ottimi servizi e ad un prezzo contenuto (48 zlt per 2 persone).
PS: solo dopo essere partiti abbiamo saputo che al campeggio di Elblag hanno tutte le indicazioni per la gita al canale!! (ma in che lingua?). Km 163

5 agosto: Il castello di Malbork e la Masuria
Alle 10 usciti dal graziosissimo camping di Elblag parcheggiamo in una via a ridosso del centro storico ricostruito per fare delle foto. Elblag è stata, come quasi tutte le città polacche, interamente ricostruita dopo le devastazioni dell'ultima guerra, ma invece di ricopiare perfettamente ciò che esisteva prima del conflitto e che è stato distrutto (come a Varsavia), a Elblag si è preferito interpretare l'architettura gotica e barocca con un gusto moderno e originale, ricostruendo gli edifici in forme antiche stilizzate. Vista Elblag ci dirigiamo verso Malbork dove visitiamo il castello (75 zl con diritto di fotografare, che come in quasi tutti i siti polacchi, si paga circa 10 zl – orario 9/19, chiuso il lunedì - [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Il parcheggio più vicino e comodo è quello che fa anche camping. Come parcheggio il pagamento è 30 zl per 4 ore e 5 zl ogni ora in più. La visita ci porta via 5 ore perché quasi 2 sono di fila (come sempre sarebbe preferibile, se è possibile, andare la mattina all'apertura). Un libricino comprato in una delle bancarelle ci guida (visto che non è prevista guida in italiano). La visita comunque merita il tempo che le si deve dedicare (compreso il museo dell’ambra mentre non abbiamo tracce della collezione dei 14000 ex-libris che probabilmente non sono in esposizione), peccato per il solito affollamento di bancarelle, che propinavano spade ed armature in plastica, che avevano riempito i viali dinanzi al castello.

Ripartiamo alla volta della Masuria, ma il tempo non migliora. Se avessimo avuto un tempo migliore, visto che eravamo ancora in zona saremmo tornati a Leba per l’escursione sulle grandi dune mobili resa impossibile i giorni precedenti proprio dal tempo inclemente e dalla giornata festiva in cui eravamo capitati, ma, purtroppo piove (e le previsioni danno, nella zona, piogge per altri giorni) e quindi avanziamo percorrendo la strada prevista che attraverserà la zona della Masuria lungo la strada dei laghi (visto che le previsioni danno tempo migliore nella zona est della Polonia). Ci ripromettiamo di ritornare a visitare lo Slowinski Park Narodowy (e magari il vicino Wolinski Park Narodowy oltre alla zona a nord di Olsztyn, dove ci sono i "villaggi delle cicogne") in una prossima occasione, magari in occasione di una

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Case a Elblag

prossima vacanza nelle Repubbliche Baltiche. Ci fermiamo per la notte ad un campeggio trovato nella guida dell’ufficio turistico polacco che si trova a Zaby Róg in località Kretowiny. La strada è molto più lunga e fuori rotta di quanto pensassimo e quando arriviamo la reception è chiusa. Dopo aver cercato qualcuno per avere assegnato un posto abbiamo la sorpresa di vederci richiedere una cifra estremamente esosa, anticipata e senza ricevuta (98 zl!). I servizi sono pessimi, sporchi e le docce non hanno acqua calda. La struttura fa parte di un complesso con hotel ma sembra quasi in stato di abbandono. La notte non smette mai di piovere. km 1306 agosto: attraverso la Masuria verso Bialowieza
Alle 9 si riprende la 527 per Olsztyn (dove vediamo, passando, un albergo/campeggio all’ingresso in città sulle rive del lago che forse era meglio della deviazione per Kretowiny), poi la 16 per Augustow (strada stretta in rifacimento nel tratto iniziale e in tratti successivi). Dopo Olsztyn in zona laghi vari campeggi e hotel che segnalano possibilità di sosta camper. Si passa per Mikolajki, Orzysz, Elk, Augustow. Si passa sulla 8/E67 per Bialystok. Prendere la 19 e poi la 685. Ad Hajnowka bella chiesa ortodossa moderna (ricorda Notre-Dame Du Haut di Le Corbosier, a Ronchamp). Purtroppo piove e non è il caso di fermarsi per fare gite in battello lungo i laghi Masuri, peccato!

Arrivati a Bialowieza ci dirigiamo all’agenzia PTTK (per informazioni e biglietti) e al parcheggio segnalato su vari resoconti. L’agenzia chiude alle 17, ma il parcheggio è ampio e c’è una locanda (i polacchi chiamano Karczma questo tipo di struttura). Inoltre c’è già un camper di italiani e una ragazza polacca ci si avvicina e si presenta come guida ufficiale in italiano (unica) per la visita della riserva naturale per il giorno successivo.

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La chiesa ortodossa di Hajnowka

Ci fermiamo per la notte al parcheggio (10 zl per 24 ore che si pagano alla locanda dove ceniamo ottimamente con 62 zl). Km 418

7 agosto: la riserva integrale di Bialowieza (Bialowieski Park Narodowi)
Alle nove ci avviamo verso la riserva dove sono tenuti i bisonti (zubr in polacco che è anche il nome della locale ottima birra e si legge jubr con una b molto dolce). E’ una specie di zoo con recinti molto ampi dove oltre ai bisonti ci sono lupi, linci, un alce, dei cerbiatti e dei caprioli oltre agli immancabili cinghiali, un’intera famiglia con i piccoli ancora con il pelo striato di chiaro. C’è anche un enorme bisonte incrociato con un bue che pesa circa 1200 kg. Ci sono anche dei cavalli che, secondo quanto ci dirà dopo la nostra guida somigliano ai locali “tarpan” che si sono estinti tempo fa.
Torniamo al parcheggio e andiamo all’agenzia PTTK dove dobbiamo aspettare Agata (la nostra guida). Nel frattempo il gruppo degli italiani è cresciuto e alla fine pagheremo per la guida 14 zl a testa. La regola è che la guida costa 165 zl indipendentemente dalla composizione del gruppo e che non si può essere più di venti con la stessa guida. Nella riserva integrale non si entra se non accompagnati da una guida autorizzata. Quella di Bialowieza è l'ultima foresta primordiale d'Europa e non è curata dall’uomo, nel senso che l’uomo non introduce nessun elemento che alteri il suo equilibrio; infatti tutte le specie presenti sono autoctone e i botanici che la studiano in continuazione hanno rilevato solo due specie di piante non originarie del luogo e si trovano lungo i sentieri percorsi dai calessi perché le portano i cavalli sotto ai loro zoccoli. Se cade un albero viene lasciato lì infatti vedremo tra gli altri anche una quercia caduta 40 anni fa. Questi alberi generano nuova vita, perché diventano nascondiglio per piccoli animali (soprattutto donnole ed ermellini), oppure ci crescono sopra altri alberi. Vediamo degli enormi tigli che sembrano non avere più vita se non per qualche ramo che ritorna a crescere dalla base. I picchi lavorano incontrastati e i fori da loro prodotti sono tantissimi: i più grandi sono del picchio nero. Vediamo qualche scoiattolo che si evidenzia in mezzo al verde con il suo manto fulvo. Di cinghiali ce ne devono essere molti perché il loro passaggio non passa inosservato…visto il disastro di rami e arbusti rotti che producono! Agata non si stanca di raccontarci la vita della foresta e di come questa fosse la riserva di caccia degli zar all’epoca in cui questa zona era russa. Arriviamo fino a 4 km dal confine bielorusso dove hanno istituito lo stesso parco ma non come riserva integrale.
Incontriamo anche una stele commemorativa di un eccidio di abitanti del luogo (200) da parte dei tedeschi: qui la guerra è arrivata subito il 1 settembre 1939: ci sono ancora le croci di legno delle sepolture che venivano date nottetempo dagli abitanti scampati.
Gli alberi più diffusi nella foresta sono la quercia ed il tiglio e su dei tigli vediamo anche il vischio portato dagli uccelli che dopo aver mangiato i frutti si puliscono il becco lasciando i semi da cui nascono le piante. Ci sono anche molti abeti rossi anche molto alti. E’ facile vederli caduti perché questo albero ha delle radici molto superficiali, che arrivano al massimo a 40 cm di profondità anche se abbastanza estese. Quando cade si porta dietro la zolla di terra intorno alle radice e così abbiamo visto un abete con grosso disco posto perpendicolarmente al terreno su cui stavano ricrescendo molte piante.
Agata ci racconta anche che d’inverno il turismo non si ferma, perché in questa zona nelle feste del natale e del capodanno si va nella foresta innevata con le slitte e intorno (non nella riserva integrale ovviamente) si accendono fuochi. La temperatura d’inverno scende fino a -30 (il minimo raggiunto è stato -38) cosicché, considerato che d’estate si raggiungono anche i 30°, la differenza durante tutto l’arco dell’anno è di 60°! E tipico del clima cosiddetto continentale. Chi vuole può prendere un calesse, ma noi abbiamo preferito fare il percorso a piedi perché si va anche in posti dove il calesse non passa. La passeggiata è durata 3 ore per coprire una distanza di ca. 8 km.
Per vedere i bisonti, ma si possono incontrare anche i lupi, visto che nella foresta vivono 3 branchi, occorre andare molto presto la mattina (verso le 5) e non è detto che si riesca a vederli. Come ha detto Agata, non è che loro tengono gli animali legati agli alberi: nella foresta sono liberi e quando sentono l’uomo se ne vanno da un’altra parte.
All’ingresso del parco c’è una grande struttura con gli uffici del parco, un albergo ed un ristorante che ha preso il posto di un altro edificio che era stato costruito al posto del palazzo dello zar che fu accuratamente distrutto nel 1960 e ci volle un anno intero. Peccato perché il palazzo dicono fosse bellissimo ed ogni stanza era arredata in uno stile diverso: rimangono solo le foto.
Al ritorno al parcheggio sono le 16 ed abbiamo fame così mangiamo di nuovo al ristorante della sera precedente questa volta per 44 zl (13€!). Segnaliamo che l’unico bancomat presente a Bialowieza (pronuncia bieuvieja con la j francese di jean) nell’hotel Zubrawska non funzionava, quindi arrivate con il contante, perché all’ufficio del turismo hanno chiesto di essere pagati cash…tanto non ne serve molto visti i prezzi contenuti.
Partiamo in direzione Varsavia. Torniamo indietro fino a Bielsk Podlaski, poi decidiamo di dirigerci verso Wegrow al camping segnalato dal depliant dell’ufficio turistico polacco preso a Roma. Anche in questo camping ci chiedono quanto ci fermiamo e, visto che gli diciamo una notte fanno un prezzo a forfait scritto su un foglietto bianco e senza ricevuta. Anche qui non avremo acqua calda alle docce, in compenso il terreno è buono ed il posto tranquillo. km 173

8 agosto: Varsavia (Warszawa)
Partenza abbastanza presto (h 8.00) in direzione Varsavia al Camping Astur, che si rivelerà una buona scelta, perché abbastanza vicino al centro (5 fermate di autobus) a ridosso di una delle vie di scorrimento veloce in penetrazione di Varsavia (la Aleje Jerozolimskie che arriva al Centrum, il rondò di fronte al Palazzo della Cultura). Il campeggio è abbastanza vuoto e troviamo facilmente un posto comodo. E’ costituito da una via interna dove i camper e le roulotte si posizionano ai lati sull’erba. In fondo ci sono i servizi, i bungalow e i posti tenda, dove ci sono parecchi ragazzi oltre ad un gruppo di motociclisti olandesi in igloo, che hanno un età media sicuramente superiore a quella di Maurizio.
Al campeggio ci danno indicazioni sulle linee autobus/tram (hanno un bigliettino dove ci sono tutte le indicazioni). I biglietti sono venduti in un chiosco accanto alla fermata. Noi compriamo un biglietto per 3 giorni perché costa meno che la somma di due giornalieri (16 zloti 3 giorni 9 un giorno, biglietto una corsa 2,80). Forse sarebbe anche convenuta la card, ma si doveva acquistare al centro e alla fine abbiamo deciso di non comprarla non sapendo i prezzi dei musei e quanti se ne potevano visitare.

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Scoiattoli al Parco Lazienki

In un giorno vediamo Stare Miasto e Nowe Miasto con i rispettivi rynek (quello di Stare Miasto è completamente invaso dagli ombrelloni dei ristoranti/bar/gelaterie), il Castello Reale (la visita degli interni, fra cui la stanza che ospita le 22 tele del Canaletto, che sono servite per la ricostruzione della città, 44 zl – orario 10/18 – chiuso il lunedì), Il Tragitto Reale cioè la Via Reale e Nowi Swiat (via commerciale), torniamo indietro fino all’università con un autobus, torniamo a piedi al Centrum (zona commerciale con negozi tipo Sephora, Zara, H&M ed un grande negozio di dvd, riviste internazionali e giornali dove compriamo Repubblica) e torniamo in campeggio. Pranzo in una trattoria con pasti polacco-ebrei (Pod Samsonem, 65 zl mancia compresa) a Nowe Miasto. Non ho più trovato i bei lavori (soprattutto tovaglie) in lino acquistati 40 anni fa in una precedente visita. Km 92

9 agosto: Varsavia (Warszawa)
Visitiamo il Parco Lazienki, molto bello, con molti simpatici scoiattoli che, per nulla intimiditi, vengono a prendere il cibo dalle mani dei visitatori assumendo pose "canine". All'interno del Parco visitiamo il Palazzo sull’acqua (Palac na Wodzie - 24 zl – orario 9/16 – chiuso il lunedì) – Un improvviso e violento scroscio di pioggia ci induce ad entrare nella Pasticceria Anfiteatro Lazienki, all'interno del Parco, dove gustiamo dei dolci ottimi. Pomeriggio visita al Palazzo di Wilanów (32 zl – mercoledì 9-18 e domenica 9-19 –

10 agosto: Kazimierz Dolny e Lublino (Lublin)
Partiamo alle 9.30 da Varsavia e sulla 79 appena usciti dalla città ci fermiamo in un Auchan per la spesa. Proseguendo lungo la strada, vediamo nella zona lungo la Vistola molte serre con pomodori venduti in banchetti fuori le case. Proseguiamo per la 48, poi la 738 quindi la 12 per Pulawy, quindi la 824 per Kazimierz Dolny. Purtroppo è domenica e scopriamo che questo borgo è una meta molto gettonata tra i locali; le spiagge lungo la Vistola sono affollatissime e troviamo un traffico infernale lungo la via d’accesso e parcheggi strapieni (siamo costretti a parcheggiare a circa 1km dalla cittadina – 10 zl), bancarelle di ogni tipo che hanno invaso ogni angolo. La piazza in effetti, vista con meno gente, dovrebbe essere bella ed il borgo dovrebbe essere carino, ma così è proprio impossibile da vedere. Forse, se si arriva la sera, si trovano i parcheggi liberi e la mattina presto si può gustare meglio la visita. Rifacciamo la strada indietro fino a Pulawy per prendere la 12 per Lublino, fotografando dal camper (è impossibile fermarsi) uno degli antichi granai lungo la Vistola. Parcheggiamo a Plac Zamkowy, proprio sotto il Castello. Purtroppo la Cappella con gli affreschi russo-polacchi è chiusa e l’indomani è il giorno di riposo (lunedì). Il centro di Lublino ha molti restauri in corso, è comunque abbastanza piccolo, elegante e tranquillo, non caotico come altri che abbiamo visitato. Il campeggio (“Graf-Marina” - 42 zl) è grandissimo. Ci sono 5 camper italiani e pochissimi altri equipaggi di altre nazioni. Come quasi tutti i campeggi gestiti dal PTTK (organizzazione pubblica per lo sport e lo svago) sembra in stato di abbandono; comunque i servizi essenziali per un camper ci sono ed è molto tranquillo. km 209

11 agosto: Zalipie
Alle 9.30 partiamo direzione Zalipie. Lungo la strada appena usciti dal campeggio, che è su un lago, un volo di cormorani si alza e qualcuno sembra quasi venire a scontrarsi con il camper.
Si riprende la 19, poi la 74 per Opatow per passare la Vistola attraverso un ponte e non con le zattere. Attenzione perché di indicazioni di traghetti ce ne sono molte lungo la strada ma di ponti ce ne sono molto pochi, quindi occhio alla strada: non sempre le zattere portano anche i camper. A Opatow si prosegue su E371 poi sulla 79 direzione Cracovia. Poco prima di Osiek ci femiamo a mangiare in un chiosco del parcheggio dove partono percorsi in un bosco, poi riprendiamo la 73 per Tarnow. A Dabrowa Tarnowska seguire le indicazioni per Dom Malarek w Zalipiu scritta su un piccolo cartello bianco. Da lì Zalipie dista 12 km. Ci sono poi lungo la strada altre indicazioni ma sempre abbastanza piccole. Zalipie è il paese delle case dipinte; tutto è dipinto con motivi floreali: case, chiesa, caserma dei pompieri, staccionate, cucce dei cani, ... Non è però un paese nel senso classico, le case sono sparpagliate in un'area abbastanza vasta, per cui è meglio girare in camper fermandosi ad ogni casa (almeno alle più belle). Purtroppo il lunedì il museo è chiuso, ma la Dom Malarek (Casa delle Pittrici) è invece aperta e si può visitare. C’è un laboratorio dove dipingono brocche, piatti, tessuti, ... e una piccola stanza dove vendono tali prodotti. Noi compriamo 2 vasi e 1 brocca (molto belli e a prezzi irrisori, l'unico esempio di vero artigianato che abbiamo trovato in Polonia), volevamo comperare anche un piatto da arredamento che stava nel laboratorio ma non ce lo hanno voluto vendere perché non era ancora completamente finito. Ci regalano un depliant con foto e la piantina delle varie case dipinte, così da organizzare agevolmente il percorso. (per informazioni: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] poi cliccare su Zalipie)

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Una casa di Zalipie

Dopo Zalipie si torna indietro, si prosegue per Tarnow e poi per Cracovia (strada trafficatissima).
Il camping Clepardia è una struttura non molto grande, alberata, vari blocchi di servizi, bungalows, cucine con tavoli per mangiare, zona lavaggi, ottime docce sempre pulite. Inoltre ci sono, a circa 200 metri, molti autobus per il centro città e un supermercato (Elea) abbastanza grande, ben fornito e con orario lungo (pur non avendo visto l’orario, possiamo dire che noi ci siamo entrati dopo le 20). Alcuni resoconti di viaggio consigliano, per la notte, vari parcheggi vicino al Wawel; a noi non sembra il caso: sono in pieno centro, il che li rende comodi ma privi della più elementare privacy e molto rumorosi (traffico), oltre al fatto che costano più del campeggio. km 425

12 agosto: Cracovia (Krakow)
Visitiamo Cracovia. Per i trasporti non conviene fare biglietti giornalieri (come invece a Varsavia) perché 1 biglietto (1 unica corsa) costa 2,50 e visto che il centro è piccolo ne basta uno solo all’andata e uno al ritorno. Se si deve prendere più di un mezzo si può fare l’orario che costa 3,10. L'affascinante Piazza del mercato Centrale (Rynek Glówny), nello Stare Miasto, era, purtroppo, interamente invasa dalle strutture all'aperto dei numerosi bar e ristoranti, nulla a che vedere con l'atmosfera che mi colpì durante la visita nel 1968. Per strada dei ragazzi in abiti d'epoca suonavano (molto bene) musiche medievali (acquistato loro CD – 30 zl). Imperdibile la Dama con l'ermellino, di Leonardo da Vinci, al Museo Czartoryskich (le altre tele sono tutte opere minori anche se di artisti importanti - 20 zl). Visitiamo la Kósciól Mariacka (accanto c’è un Empik che vende stampa internazionale).

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Cracovia: vetturine nella Piazza del Mercato Centrale

13 agosto: Cracovia (Krakow)
Usciamo alle 8,30 e andiamo subito al Wawel. La biglietteria dopo la porta non è l’unica. C’è una biglietteria con informazioni ed ufficio postale all’interno delle mura del castello (entrando dalla salita della porta, oltrepassare la cattedrale e traversando i giardini, dirigersi di fronte a fianco del ristorante). E’ raggiungibile anche dall’altra rampa di accesso dalla Vistola, vicino alla grotta del drago, entrando nel giardino sulla destra. E’ preferibile rivolgersi a questa che da anche informazioni. Se poi si vuole prenotare (ma non sappiamo con quanto anticipo ci si può rivolgere agli uffici (BOT) a fianco dell’ingresso del Castello, dove c’è anche un Bancomat. Gli ingressi giornalieri alle States Rooms (Reprezentacyjne Komnaty Królewskie), dove si trova la famosa Sala degli Ambasciatori (Sala Poselska), quella con il soffitto a cassettoni, all'interno di ognuno dei quali c'è una testina scolpita, e agli Royal Private Apartments (Pryvatne Apartamenty Królewskie) sono limitati, raggiunto il limite massimo la vendita dei biglietti viene chiusa e nel biglietto è indicato l'orario di entrata assegnato, quindi occorre andare per tempo, appena aprono le biglietterie (alle 9), specie se è giorno festivo (76 ZL). La visita alle States Rooms si effetua da soli, quella agli Royal Private Apartments con una guida (in inglese). Nelle guide e nei diari di viaggio da noi consultati, i due succitati itinerari di visita del Wawel sono indicati con diverse denominazioni (nella guida verde del TCI sembrano fusi in un unico itinerario). Le denominazioni da noi riportate sono quelle ufficiali (quelle che stanno sui biglietti ed esposte alle casse). In una delle stanze giovani in costume d'epoca suonavano (bene) musiche medievali. Maurizio ha ovviamente comperato subito il CD (38 zl) visto che la musica medievale è la sua passione. In uno dei tre negozi di souvenir comperiamo due riproduzioni delle "testine" che abbiamo ammirato nel soffitto della sala degli ambasciatori.

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Il cortile del Collegium Maius

La cattedrale all'interno del Wawel (per la quale c'è una cassa a parte, di fronte,20 zl) richiede tempo per la visita, perché pur non essendo tanto grande ha molte cappelle importanti e la cripta con le tombe di re e regine. E’ la chiesa più importante di Polonia dove i re venivano incoronati. Consigliamo di andarla a visitare per ultima perché c'è meno problemi per trovare i biglietti. L’università (Collegium Maius – ul. Jagellonska, 15 –[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha anche visite guidate in italiano (24 zl) ma occorre andare presto perché chiude abbastanza presto (gli orari cambiano a seconda dei giorni per cui è meglio, prima della partenza, consultare il sito internet – l'unica cosa che rimane aperta fino a tardi, gratuitamente, è il bel chiostro). C’è la visita dell’università (biblioteca, locali privati dei professori, stanza di Copernico, aula magna) e quella alle collezioni di strumenti scientifici che non abbiamo potuto vedere (peccato!). Visitato il quartiere di Kazimierz ci concediamo una mega-coppa di gelato comodamente seduti in una elegante gelateria del Centro per la esorbitante somma di 26 ZL + 4 zl di mancia (cioè 10 € in due!).
Due giornate piene per visitare Cracovia. Molto concentrata spazialmente, ma molte cose da vedere.

14 agosto: Wielicka e Auschwitz (Oswiecim)
Alle 8 usciamo dal Camping di Cracovia per arrivare alla miniera di sale di Wielicka ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] per la visita in italiano delle 9.45 (le altre sono, ad agosto, alle 13 e alle 15,45, a luglio solo alle 13; in inglese ogni 30 minuti).
Il traffico in uscita, visti i lavori in corso, è abbastanza sostenuto, comunque riusciamo ad arrivare per sistemare il camper in un comodo posto del vasto parcheggio (14 zl) e non facciamo neanche la fila alla cassa (su alcuni resoconti di viaggio abbiamo letto di file apocalittiche per l'entrata delle 13!). Per visitare la miniera (128+10 zl) dove tutto, dal pavimento alla Chiesa sotterranea dedicata a Santa Kinga, è scavato nel sale, occorrono circa 2 ore, se si aggiunge il museo (che è da vedere perché è sempre nella miniera e ci sono attrezzi vari, minerali, ecc.) in totale ce ne vogliono circa 3, quindi alle 13 circa siamo fuori e ci dirigiamo verso il lager di Auschwitz, ora diventato Museo. Compriamo un opuscolo, perché nel pomeriggio le guide non si trovano già più (occorre prenotare), ma forse è meglio così, è meglio effettuare la visita da soli, elaborando personalmente e singolarmente le emozioni che il luogo suscita. In più di mezzo secolo di vita abbiamo letto, visto documentari, dibattuto, su quel che è stata la Shoah, ma solo venendo qui si riesce veramente a percepire, nella sua interezza, l'orrore. Ripensando a fatti successi di recente in Italia non possiamo far altro che ribadire che se è vero che la Storia è maestra di vita è altrettanto vero che essa non ha allievi. Finita la visita, pernottiamo nel vasto parcheggio 24 h del campo (il primo a destra, da cui si accede direttamente al museo) insieme ad altri (pochi) camper. km 66

15 agosto: Auschwitz e Birkenau
La mattina presto torniamo ad Auschwitz per rivedere i Memoriali che le varie nazioni europee hanno allestito nei blocchi del lager (molto bella quello ungherese, insignificante quello italiano), poi alle 10 andiamo a vedere il filmato (unica cosa a pagamento a parte l’eventuale guida). Appenda finito il filmato andiamo a Birkenau (Auschwitz II), spostandoci con il camper. Considerate che il parcheggio di Birkenau è molto piccolo, quindi forse conviene utilizzare la navetta gratuita la cui fermata è appena fuori dall’edificio di ingresso al museo di Auschwitz. E’ consigliabile verificare in anticipo gli orari per regolarsi (nel giorno della nostra visita la prima partiva alla 10.30 e ce ne era 1 ogni ora, idem per il ritorno ma con partenze sfalsate di mezz’ora). Considerare che l’area di Birkenau è immensa e ci vuole molto tempo per vedere le zone più significative; qui, ancor più che ad Auschwitz, ci si rende conto delle condizioni di vita (se di vita si poteva parlare) dei lager. Nel pomeriggio partiamo per il Parco Nazionale dei Monti Pieniny (Pieninski Park Narodowi) dove sono le gole del Dunajec, per la gita in zattera lungo le rapide, facendo per un breve tratto la 44, ma deviando poi sulla 28, passando per Nowy Targ e ci fermiamo al campeggio Polana Sosny, in riva al lago Czorsztyn (che in realtà è un invaso artificiale), vicinissimo al punto di imbarco per le rapide. Il posto è bello in un’area abbastanza vasta, ma evidentemente l’afflusso del ponte di ferragosto ha causato un sovraffollamento inaspettato aggravato dall'occupazione di spazi in modo disordinato. Le docce delle donne erano fredde, quelle degli uomini no, inoltre sono state le uniche a pagamento (2 zl) incontrate in Polonia. Anche il ristorante (in una dimora d’epoca) alle 20,30 non aveva più nulla da mangiare. In compenso questo campeggio è stato l’unico che abbiamo trovato con un pozzetto per wc nautico (anche sufficientemente accessibile). km 161

16 agosto: Le gole del Dunajec e Zakopane
Alle 8 siamo fuori dal campeggio per andare alle gole del Dunajec. Il tempo è incerto, ma speriamo bene. Siamo tra i primi e ci sistemiamo nell’ampio parcheggio (10 zl) dell'imbarcadero (usciti dal campeggio, traversare la diga e seguire le indicazioni).
La gita ha due località di arrivo, noi scegliamo la più lunga (96 zl) fino a Kroscienko: sono 23 km e ci vogliono quasi 3 ore. Poco dopo la prima stazione comincia a piovere. La gita è sicura perché le rapide non sono tanto impetuose e le zattere sono molto solide e ben guidate. Sulla nostra sinistra c’è la Polonia e sulla destra c’è la Slovenia, che sta provando ad imitare lo storico tragitto dei polacchi, ma sembra ancora con poco successo. In compenso c’è una pista ciclabile che corre quasi lungo tutto il fiume fino a quando questo piega a sinistra (orografica) per entrare in territorio solo polacco.
Si ritorna con una navetta (taxi) per 8 euro a persona. Dove siamo partiti c’è un ristorante self-service (ci mangiano i traghettatori) dove abbiamo mangiato una buona fettina panata con contorno e birra per 33 zl.
Ci dirigiamo al castello di Nidzica ma il posto è affollatissimo, il parcheggio problematico anche per camper piccoli come il nostro ed inoltre piove a dirotto. Decidiamo di non scendere e proseguire per vedere alcune delle interessanti chiese in legno che si trovano lungo la strada per Zakopane. Quella di Debno Podhalanskie (Kósciól Sw. Michala Archaniola – San Michele Arcangelo - XV° secolo) giudicata la più bella, con bellissimi affreschi (purtroppo potuti ammirare solo dalle finestre perché era chiusa), una delle sei che, dal 2003, fanno parte del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO; Harklowa, e di Lopuszna (Kósciól Sw.Trójcy - XVI° secolo); in quest'ultima assistiamo ad un matrimonio con sposa, damigelle e suonatori in costume tradizionale. Ci sono, in Polonia, moltissime interessanti chiese, del XV°-XVI° secolo, interamente costruite in legno; alcune (tra le quali le tre da noi visitate) nella zona attorno al lago Czorsztyn, dove si trova il citato campeggio Polana Sosny, alla reception del quale abbiamo acquistato una mappa con indicate tutte le chiese in legno della zona (Gothic Route), altre a nord di Tarnów, altre nella Slesia nei dintorni di Opole, altre nella zona dei Sudeti.
Poi andiamo a Zakopane. Solito casino per le strade, ma anche sulla via pedonale dove il traffico “umano” è forse anche maggiore. Continua a piovere e il campeggio è un pantano, oltre ad essere al solito molto disordinato perché non c’è regola al posizionamento degli equipaggi. Troviamo alla fine un posto dove pensiamo di non impantanarci e andiamo a visitare la cittadina. A piedi ci vorranno una decina di minuti per arrivare in zona commerciale ed altrettanti per arrivare all’isola pedonale. Zakopane è molto graziosa ma è la tipica cittadina turistica di montagna, come le nostre dell'arco alpino per cui, se ci si vuole rilassare facendo escursioni, va bene arrivarci, altrimenti può essere anche saltata. La via centrale, pedonale, è tutta una sequela di ristoranti, pasticcerie, negozi di artigianato (per lo più orrenda paccottiglia, ma con un po' di pazienza si riesce a trovare qualcosa di decente). Abbiamo gustato solo gli immancabili gofry (ottimi) e acquistato vodka Zubr (per regali). km 79

17 agosto: Bratislava
Partiamo dal campeggio di Zakopane alle 9.30. E’ domenica, quindi, tutto il traffico è concentrato intorno alle chiese. Piove e il brutto tempo ci costringe a rinunciare alla escursione al laghetto "Morskie Oko" e ai dintorni di Zakopane, compreso un po' di trekking sui Tatra. Ci dirigiamo a Chocholow, per vedere la particolare architettura delle case in legno ad incastro poi verso Czarny Dunajec (dove facciamo gli ultimi acquisti con i residui zloty), Jablonca, prendiamo la 7 (E77) passando il confine a Chyznic; entrati in Slovacchia ci dirigiamo a Bratislava. Arriviamo al camping Zlate Piesky (una buona struttura inserita in un complesso sportivo che comprende campi da tennis, palla a volo, minigolf, piscine di vario tipo, .....) e usciamo per vedere il centro storico della città, bello, privo di quelle pesanti sovrastrutture che ci hanno impedito di apprezzare appieno quello delle città polacche, animato ma non affollato, piacevole e rilassante. Giriamo senza una meta precisa, gustandoci la tranquillità dopo tanta confusione sopportata nei giorni scorsi. In Rybárska Brána, all'incrocio con le vie Panská e Laurinská (in pieno centro, nella zona pedonale) incontriamo due singolari statue in bronzo, quella di Cumil (un uomo con elmetto che esce da un tombino) e di Ignác Lamar che, cilindro in mano, sembra dare il benvenuto ai visitatori, più in là, all'angolo del bar Paparazzi, un'altra raffigurante un uomo che osserva con un cannocchiale; altre ne incontreremo nelle vicinanze. Vediamo dei negozi con esposti in vetrina dei begli oggetti di artigianato moderno così decidiamo di rimanere a Bratislava anche l'indomani mattina per acquisti (ormai è sera e i negozi sono chiusi). Km 363

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Bratislava: una delle singolari statue in bronzo del centro storico

18 agosto: Bratislava
Fatti gli acquisti in un negozietto con prodotti di artigianato moderno veramente squisiti (via Jesenského) visitiamo la graziosa chiesa Liberty di Sv Alžbeta (Santa Elisabetta?) chiamata, a causa del colore del rivestimento esterno, Chiesetta Azzurra (Modrý Kostolík). Pomeriggio partenza per Catež dove arriviamo in serata. km 410

18-24 agosto: Catež
Come abbiamo fatto lo scorso anno tornando dall'Ungheria, decidiamo di riposarci, alle Terme di Catež: 6 giorni di completo relax. Le Terme di Catež sono un complesso formato da tre alberghi (tutti con SPA, usufruibili anche per i non clienti degli alberghi), bungalow e appartamenti di vario taglio e campeggio; all'interno due strutture con piscine di vario genere (tipo Acquapiper o Acquafan, con tutti i pregi e difetti di questo tipo di strutture), una scoperta e una al coperto, per cui è possibile fare bagni e passare ore di relax in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo. Le strutture sono forse un po' pacchiane (quella coperta abbonda di palme in plastica) ma sono perfettamente organizzate, curate, pulite e dotate di tutte le comodità (caratteristiche comuni a moltissimi complessi del genere sia in Slovenia che in Ungheria) . Ma la cosa che a noi rilassa veramente (ed è una cosa che abbiamo trovato solo qui) è il Sauna Park: all'interno della struttura coperta (ingresso 12 € per 3 ore + 2 € per ogni ora in più – orario 11-21), attorno ad una piscina termale a gradoni (36°) sono collocati 7 tipi differenti di saune, un bagno turco, due lettini solari, una doccia solare, più piccole piscine di acqua fredda oltre a svariati lettini; tutto è a disposizione dei clienti mentre sia la musica New Age a bassissimo volume sia l'abitudine di tutti a parlare a bassa voce contribuisce a dare un grande senso di relax. Noi ci passiamo almeno 3/4 ore al giorno. (Attenzione: il giovedì dalle 17 in poi il Sauna Park è riservato alle donne).

25 agosto: inizia il ritorno – da Catež a Soave
Partenza di buon mattino alla volta di Soave dove arriviamo in serata, per recarci, l'indomani, presso la Cantina di Soave (Viale Vittoria, di fronte le mura) dove, come facciamo spesso, ci riforniamo di vini vari (specialmente Recioto di Soave, un eccellente passito). Per la notte ci fermiamo presso la comoda area di sosta lungo le mura (arrivati davanti all'ingresso della cinta muraria, girare a sinistra, dopo circa 200 metri c'è l'area, gratuita, camper service e elettricità). Km 421

26 agosto: ritorno a Roma km 561

NOTE (Polonia)

PREZZI E GASTRONOMIA
Cambio Polonia: 1€ = 3,21 Zloty
Cambio Slovacchia: 1 € = 30,2 Skk

Se non indicato diversamente, i prezzi dei campeggi o aree di sosta si intendono relative al nostro equipaggio più elettricità ed i prezzi dei musei, monumenti, escursioni varie ed il costo delle cene/pranzi si intendono per 2 persone

In Polonia sensibilmente inferiori a quelli italiani, specialmente al di fuori delle grandi città. Per quanto riguarda la ristorazione possiamo dire che nei ristoranti si spende molto meno che a Roma; nelle locande o comunque nei piccoli ristori annessi ai parcheggi e ingressi di siti turistici o lungo le strade (Karczma) si può mangiare (ottimamente) con 40-60 zl (12-19 €). Ottime le carni (specialmente il maiale), i Pierogi (grossi tortelli ripieni di varie cose, ottimi quelli ripieni di selvaggina). Anche i campeggi non sono cari, normalmente (tranne il "furto citato nel testo) dai 50 ai 70 zl. L'unica cosa che costa quanto in Italia sono i carburanti, esageratamente cari per un paese con un tenore di vita abbastanza basso, ecco perché la Polonia è piena di distributori di GPL. Economici (e ottimi) dolci (specie quelli alla crema e alla panna), gelati e, soprattutto, i grofy; ottima la birra. Per quanto riguarda il vino solo vini Sloveni o Ungheresi. Abbastanza economica anche la Slovacchia

CAMPEGGI

La situazione, in Polonia, non è omogenea, come abbiamo visto anche in altri paesi dell'est europeo. Accanto a strutture gradevoli e ben organizzate (normalmente piccoli campeggi di cittadine) abbiamo i campeggi gestiti dal PTTK (organizzazione pubblica per lo sport e lo svago) in cui colpisce lo stato di abbandono, anche di complessi che dovevano essere, viste le strutture ancora presenti, molto più frequentati in altre epoche. Le strutture molto grandi, la presenza di bungalow e altre strutture "collettive", evidenziano l'uso, negli anni passati, a mo' di colonia per ragazzi o vacanze strutturate per lavoratori tipo "dopolavoro", caratteristica comune a molti campeggi, specie quelli più vecchi, nell'est europeo. Comunque, come già detto, sono abbastanza economici.

LINGUA

L'inglese è parlato solo dagli studenti sotto i 30 anni; il tedesco è parlato più o meno bene da tutti, giovani e anziani (specialmente quest'ultimi). Comunque bene o male, come già in altre occasioni (vedi Ungheria) ce la siamo cavata.

DA VEDERE:

premessa: come già evidenziato in questo diario, le note negative della visita alle città sono state l'affollamento eccessivo e la trasformazione di quest'ultime in Luna Park per turisti. Bar e ristoranti che hanno occupato praticamente tutte le piazze dei centri storici con gazebo, ombrelloni, tavoli e sedie, impedendo la possibilità di ammirarle nella loro interezza e aspetto originale. Le piccole cittadine con i loro graziosi Rynek (piazza del mercato) trasformate in chiassose fiere e invase da venditori di dolciumi, pseudo-artigianato in plastica "made in China", altoparlanti che sparano musica a tutto volume, per la gioia di "turisti" che se ne fregano della bellezza del luogo ed evidentemente apprezzano tale baraccone cialtrone. Impossibile, in questa situazione, gustare l'atmosfera delle pur graziose città e cittadine polacche (come Kazimierz Dolny e Danzica, ad esempio). Da un lato l'affollamento è, purtroppo inevitabile, almeno per chi è costretto a viaggiare nei periodi caldi (Pasqua, agosto, ....); d'altronde chi scrive non è certo nostalgico del turismo di elite, quando solo i ricchi potevano permettersi il lusso di mettere il naso fuori della loro città (certo però se la gente fosse un po' più rispettosa dei luoghi e più capace di educare, in tal senso, i loro figli ....). Ben diverso è il discorso delle città e luoghi storico/artistici trasformati, come detto, in Luna Park per turisti. Qui la responsabilità per tale situazione, questa evitabile, è tutta di amministrazioni incapaci, da un lato, di imporsi alle varie lobby commerciali, in nome della tutela del patrimonio artistico (che è di tutti) e dall'altro, incapaci di concepire una fruizione del bene artistico che non sia quello di considerarlo alla stregua di una "quinta", uno sfondo per vendere pizzette, salsicce e spade in plastica (e svolgere, ovviamente su tale fruizione, una funzione educatrice nei confronti dei cittadini). Purtroppo tale situazione non è una prerogativa polacca e sembra essere l'ineluttabile destino di molti luoghi storico/artistici europei: da Carcassonne ad Alberobello, da Mont S. Michel a Santillana do Mar, fino alle cittadine della Camargue. L'atmosfera originale è inevitabilmente perduta, il luogo diventa una grande cartolina animata e iperaffollata.
L'unica difesa è, oltre, ovviamente, a poter viaggiare fuori dei periodi più affollati, quello di recarsi sul posto da visitare la mattina molto presto e di scegliersi le mete meno turistiche (ce ne sono ancora di molto belle), ad esempio: Zalipie era deserta, al Bialowieski Park Narodowi c'era pochissima gente (gli italiani, poi, li incontri solo nelle grandi città) mentre, di contro, al castello di Malbork abbiamo dovuto fare due ore di fila, a Leba era impossibile solo fermarsi e a Danzica era difficoltoso camminare a piedi nel centro storico.
Nel preparare il viaggio avevamo preso in considerazione molte altre località, ma abbiamo dovuto fare una cernita per ovvie ragioni di tempo.

Interessanti:

le due chiese Chiese della Pace di Jawor e Swidnica
Poznam e Il castello di Kornik
Il museo etnografico di Kluki
Il castello di Malbork
I paesi delle cicogne
A Varsavia: Palazzo di Wilanów e il Palazzo sull'acqua (nel Parco Lazienki)
Lublino
La discesa in zattera del Dunajec
Zakopane e dintorni

Da non perdere:

A Varsavia: Stare Miasto, Nowe Miasto, Castello Reale e Parco Lazienki
A Cracovia: Il Wawel, lo Stare Miasto con la Piazza del Mercato Centrale (Rynek Glówny), L'università (Collegium Maius), la Dama con l'ermellino al Museo Czartoryskich
A Breslavia: Il Rynek e Panorama Raclavicka
Torun – Danzica (di giorno non festivo)
Lo Slowinski Park Narodowy
L'escursione in battello nel canale di Elblag
I laghi della Masuria
Il Bialowieski Park Narodowi
Kazimierz Dolny (di giorno non festivo)
le case dipinte di Zalipie
la miniera di sale di Wielicka
Auschwitz e Birkenau
Le chiese in legno di Debno Podhalanskie, Harklowa, e Lopuszna
(a cui è doveroso aggiungere il centro di Bratislava e Le Terme di Catež)

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